LE PLEIADI

Dal 23 maggio al 20 giugno 2024

Candy Snake Gallery


Candy Snake Gallery presenta Le Pleiadi, mostra collettiva che unisce opere di piccole dimensioni realizzate da dodici artisti, alcuni dei quali espongono alla Candy Snake Gallery per la prima volta. Il titolo della mostra rimanda alla volta celeste come luogo dell’immaginazione.

Nella pittura di Riccardo Albiero (nato nel 1996 a Chioggia, dove vive e lavora) la visione magica della natura si esprime attraverso la rielaborazione onirica di elementi simbolici tratti dalla tradizione medioevale. Levrieri, cardi, serpenti e ritratti allegorici sono i principali elementi di questo universo simbolico proiettato ad una visione metafisica della realtà.

Per la realizzazione delle proprie opere Pablo Bermudez (nato nel 1988 a Pereira, Colombia, vive e lavora a Milano) utilizza volumi di riviste di diversa provenienza per trasformarli in oggetti scultorei dai complessi filamenti di carta minuziosamente intagliata. L’archivio di immagini racchiuso nelle riviste viene quindi rielaborato per concentrare l’attenzione su dettagli iconografici o per annullare ogni riconoscibilità dell’immagine iniziale in un brulicare di ritagli che ricorda il mondo vegetale.

Martina Cioffi (nata nel 1991 a Como, dove vive e lavora) si esprime attraverso un linguaggio plastico scultoreo ed installativo. In particolare, dal 2020, si concentra sul medium ceramico con cui crea opere site-specific. La sua ricerca trae linfa dall’osservazione meravigliata della capacità trasformativa e resiliente degli organismi vegetali. Si sviluppa in una rilettura simbolica del paesaggio e al nostro indissolubile legame con esso. Il suo immaginario cerca di evocare un legame ancestrale con una natura potente, creatrice e feconda non ancora spogliata del suo afflato magico, ricercando un’estetica perturbante.

Nei dipinti e disegni di Riccardo Gil Ferraro (nato nel 1990 a Pavia, dove vive e lavora) sono ricorrenti gli archetipi del Dio, la Dea e l’Animale, interpretate con forme semplificate che ne enfatizzano l’aspetto iconico e simbolico. La sua pittura è connotata da colori pastello e sfumature ereditate dal chiaroscuro su carta. Nelle sue opere entra spesso la sua passione per la storia e le narrazioni mitiche e leggende di diversi luoghi.

Nelle proprie opere Matteo Gatti (nato nel 1989 ad Olgiate Olona, vive e lavora a Torino) ibrida elementi naturali e culturali, utilizzando materiali di natura eterogenea. Nei disegni di Matteo Gatti frammenti di realtà vengono uniti in una narrazione per immagini che fornisce una visione alternativa, ludica ed enigmatica, della quotidianità e del flusso visivo contemporaneo.

Nelle opere di Wang Jundi (nato nel 1993 a Liaoning, Cina, vive e lavora a Milano) emerge una pittura densa e aggressiva, dove i soggetti sono inquadrati in dettagli ravvicinati che fanno emergere una forte gestualità pittorica. L’approccio narrativo si unisce all’inquietudine espressionista che ricorda l’immaginario cinematografico gore.

Margherita Mezzetti (nata nel 1990 a Siena, vive e lavora tra Berlino e Venezia) indaga la costruzione dell’identità attraverso dipinti connotati da una figurazione insieme audace e gentile, costruita attraverso il linguaggio fotografico e la manipolazione digitale. I soggetti ritratti sono conoscenti dell’artista, amiche con le quali crea un dialogo che porta alla costruzione di una narrazione fantastica da cui scaturiscono immagini dalla bellezza irreale e costruita, che acquisiscono una rinnovata intensità attraverso il calore del mezzo pittorico.

Il lavoro di Luca Rubegni (nato a Roma nel 1993, vive e lavora a Parigi) verte sulla rappresentazione di oggetti quotidiani depositati o abbandonati in spazi irreali ed onirici, messi in scena come fossero parte di una scenografia teatrale. Le sue composizioni danno vita a scene fuori dal tempo, sospese in un’immobilità eterna. Accenni di figure ed elementi dai colori piatti si perdono nel regno delle cose immortali, dove la storia della pittura diviene punto di dialogo e di appropriamento iconografico.

I lavori di Maïté Seimetz (nata nel 1995 a Lussemburgo, vive e lavora tra Lussemburgo e Parigi), spesso grotteschi ed inquietanti, riflettono sull’interconnessione tra esseri umani, oggetti e ambienti e cercano di decostruire i confini tra animato e inanimato. Le sue opere trascrivono il reale nel digitale e viceversa creando mutazioni surreali che ibridano questi due mondi in modo coinvolgente e teatrale. La sua pratica è incentrata su metodologie digitali come la stampa 3D, la scultura digitale, l’animazione e la tecnologia AR/VR.

Le opere di Simone Stuto (nato nel 1991 a Caltanissetta, vive e lavora a Torino) sono caratterizzate da una forte tradizione iconografica di impianto medievale e rinascimentale, senza mai perdere le caratteristiche dell’estetica contemporanea. Riconducono ad atmosfere intime legate alla sfera dell’onirico, dove lo spazio è saturo di elementi pittorici compositivi astratti, che restituiscono l’atmosfera e che spesso sono connaturati alle figure.

Il lavoro di Lorenzo Tonda (nato nel 1992 a Firenze, dove vive e lavora) si muove attraverso tre principali medium artistici: pittura, scultura e muralismo. Questi tre aspetti tradizionali della figurazione sono accomunati da uno studio propedeutico in grafica tridimensionale. I temi principali nascono dall’amore e lo studio dei canoni compositivi classico-rinascimentali uniti a suggestioni di natura più eterogenea filtrati da una visione eroico-tragica (a tratti grottesca) della realtà.

Partendo dalla dialettica tra cultura digitale e interiorità, le opere di Francesca Vanoli (nata nel 2000 a Treviglio, vive e lavora tra Milano e Venezia) raccontano di personaggi emancipati ma malinconici: soggetti capaci di denunciare le criticità del presente. Lo spettatore si riflette in questo immaginario – quasi – fantastico, già presente all’interno della nostra cultura visiva.